Ibrahim

In quest'opera ho trascritto il versetto 35 della Sura 14 Ibrahim del Sacro Corano:

Nel Nome di Dio il Clemente, il Misericordioso. "E Abramo disse: "Signore, fà di questo territorio un luogo sicuro, e preserva me e i miei figli dall'adorazione degli idoli."

Questo versetto è bellissimo perché da forza e insegna l'umiltà: Abramo, Patriarca delle tre religioni monoteistiche e Profeta di Dio, chiede di preservare lui e suoi figli dall'adorazione degli idoli. Abramo ci insegna che bisogna usare il cuore ed essere umili anche nei nostri comportamenti nella fede, non sentendoci mai giusti e ottimi credenti, perché senza l'aiuto di Dio è impossibile sentirsi sicuri e trovare la sua via! Poi ho disegnato un giglio, simbolo di purezza. Questo giglio è composto interamente in calligrafia araba. Il bocciolo centrale dominante è composto dal nome di Abramo e quelli vicini a esso, dai nomi dei suoi figli: Ismaele e Isacco. I tre gigli sbocciati, rappresentano i tre testi sacri : la Toràh, il Vangelo e il Corano. Sono fiori sbocciati dallo stesso stelo perché tutto ha avuto origine da Abramo e dalla sua discendenza. Le tre foglie sono composte dal nome di Mosè (a cui fu rivelata la Toràh), dal nome di Gesù (il Vangelo) e dal nome di Maometto, a cui fu rivelato il Corano. Questo fiore vuole simboleggiare il fatto che tutte e tre le religioni nascono dallo stesso "stelo", da un unico seme, quello di Abramo. Intorno al giglio volano farfalle composte calligraficamente con alcuni del 99 Nomi di Allah e rappresentano la Sua presenza vicino ad Abramo e ai suoi figli. Testimoniano inoltre la natura sacra dei tre libri: Torah, vangelo e Corano. Sotto il giglio ho trascritto il versetto 48(53) della Sura 5 àl Mà'ida:

Nel Nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso. "...Ad ognuno di voi abbiamo assegnato una via e un percorso. Se Dio avesse voluto, certo avrebbe fatto di voi una sola comunità. Ma vuole provarvi con ciò che vi ha dato. Gareggiate dunque in opere buone. Tutti ritornerete a Dio, che allora vi informerà su ciò su cui divergete."

Questi versetto del Corano è grandioso! Dice che Ebrei, cristiani e i musulmani, hanno una propria via, un proprio percorso da compiere perché Dio ha voluto così. Egli esorta tutti gli uomini a "gareggiare" in opere buone, a desiderare il bene del prossimo, evitando l'inutile e nefasta propensione a voler rimarcare i confini generati dalle "apparenti" differenze di credo e a voler imporre le proprie ragioni ad ogni costo, anche a discapito del nostro fratello. "Tutti ritornerete a Dio" (quindi il Corano sottolinea che si salveranno gli appartenenti a tutte e tre le religioni: Ebrei Cristiani e Musulmani) e sarà Lui a informarci sulle nostre divergenze. Quindi a noi spetta il compito di fare il bene, di dimostrarci degni di appartenere al Suo Creato e solo a Dio... quello di giudicare!

Shamira Minozzi