Scripta

Questa mia opera ha partecipato alla V Rassegna d'Arte Sacra "BIBLIA PAUMPERUM 2011", dedicata al Vangelo di Giovanni, svoltasi nel Museo Diocesano di Jesi. Insieme alla calligrafia islamica ci sono parti del testo del Vangelo di Giovanni in greco, più delle scritte in aramaico ed in ebraico. Descrizione del quadro : Ogni essere umano si confronta con i suoi simili che possono appartenere a confessioni di fede diverse. Ecco dunque che nasce l'esigenza di trovare un "punto d'incontro" che permetta di relazionarsi con gli altri, nonostante le irte barriere che si interpongono tra "credo" differenti. Proprio per questo ho creato un quadro nel quale l'impiego congiunto di simbologie cristiane, ebraiche e musulmane, dev'essere inteso come uno strumento necessario a creare questo punto d'incontro, come un linguaggio universale che diviene un magico "passepartout" che apre le porte della comprensione. L'arte quindi deve essere anche un segno di Pace, di apertura tra culture differenti. Il quadro è ispirato all'intero capitolo VI del Vangelo di Giovanni, il "Tema" della BIBLIA PAUMPERUM 2011. Il Vangelo di Giovanni parla attraverso segni e simboli e come artista, ho sentito dunque l'esigenza di fare un'opera interamente simbolica. Il simbolo è il linguaggio caratteristico dell'antichità cristiana. Il termine simbolo deriva dal greco "sumballon" e dal verbo "sumballo" che significa "mettere insieme" alludendo a un segno o a una figura usata per esprimere una realtà non rappresentabile, per richiamare, per evocare con la forza della sintesi, tutta la profondità di un avvenimento. In un'unica scena sono evocati i vari elementi della storia. Grazie a una percezione simbolica, una cosa diventa rinvio a qualcos'altro, aprendo dimensioni profonde nel mondo e negli uomini. Nel mio quadro sono ricorsa alla rappresentazione dei seguenti simboli: - L'aquila - è il simbolo dell'Evangelista Giovanni, avendo il potere di guardare al sole con gli occhi senza accecarsi, ossia vedere verso l'Assoluto, verso Dio. Infatti il Vangelo di Giovanni si apre con parole di forte carica trascendente: "In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio". Il Corpo dell'aquila, che rappresento in volo, è formato dalle parole arabe "Nel Nome di Dio il Misericordioso, Misericorde". - I quattro cavalli - nel cielo pumbleo dietro all'aquila si intravedono i 4 cavalli dell'Apocalisse, il futuro profetizzato da Giovanni anch'essi formati dalle parole arabe "Nel Nome di Dio il Misericordioso, Misericorde". - Il versetto - in greco di Giovanni "Signore, da chi andremo? tu solo hai parole di vita eterna" (6,68) è trascritto sovrapposto a cinque spighe e tra due pesci che rappresentano l'evento della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Il Versetto è quasi un grido, una supplica a non essere lasciati soli, a ricevere "il vero pane di Vita" che è la parola di Dio e ho sentito quindi l'esigenza di trascrivergli vicino "Marana thà", la parola che significa "O Signore vieni", riproposta in lingua greca, ebraica e aramaica... un unico grido in differenti lingue. - La montagna - simbolo e testimone del discorso di Gesù. - La barca - rappresentata sul lago di Tiberiade a memoria di quando Gesù camminò sulle acque e raggiunse gli Apostoli mettendoli al sicuro dalla tempesta. Anche qui la barca è stata realizzata con la frase in arabo: "Nel Nome di Dio il Misericordioso, Misericorde". - I due rami di ulivo - rappresentano la Pace e la resurrezione. Il cammino di ogni uomo deve basarsi anche sul fare il bene, perché "L'Uomo operando il bene costruisce la pace e semina se stesso per il futuro poiché le sue opere lo seguono." Sotto l'ulivo l'Alfa e l'Omega, il Principio e la Fine, perché tutto appartiene a Dio.

Shamira Minozzi